18 ottobre 2006

[Info-Torre] dancehall contro il fascismo

ROMA REGGAE COALITION presenta:
I sound system e le crew di Roma unite per gridare NO AL FASCISMO e a sostegno delle spese processuali per Renato

4 DANCEHALL in giro per la città

per cominciare:

sabato 21 ottobre 2006
al LOA Acrobax
via della Vasca Navale, 6 (sotto Ponte Marconi)

con
KAOS CREW: BARACCA SOUND - MORE FIRE - LIONHEART SOUND - DOWNTOWN
ROCKERS - RANKIS NANO - DUAL CORE SRL

in chiusura di INCONTROTEMPO:
la festa dei precari e delle precarie
http://www.acrobax.org



e ancora...

venerdì 24/11/06 a Strike:
Linea di Massa Sound System - Bangarang - Real Rock Hi-Fi - Duppy
Conquerors - Sintax - Doppia Traccia

venerdì 8/12/06 a Intifada:
powered by Dinamic Station - Cool runnings - Daje pure te - Pier Tosi - President Arpi - Rankis Nano + special guests

venerdì 19/01/07 a la Torre:
Kinky Vibes - Women in Reggae - Gal Dem Crew - Bababoom Time - Toubab Sound - Red Iguana - Soul Roots


Durante le serate ci saranno proiezioni video, distribuzione materiale, mostre, e tutto quello che ci verrà in mente per arricchire questi momenti.

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Mostra fotografica presente in tutte le serate

Le rappresentazioni della femminilità nera:
dal mito della Black Venus alle artiste nella musica reggae a cura di Ira Miliucci e Sonia Sabelli

Quando la ventenne Sara Baartman salì sulla nave che la portava da
Cape Town a Londra nel 1810, non sapeva che non avrebbe più rivisto la propria casa.
Mentre guardava la sua terra scomparire dietro di lei, non immaginava neanche che, nei
successivi cento anni, sarebbe diventata un'icona dell'inferiorità razziale e della sessualità
femminile nera: la Black Venus.

Le immagini contenute nella mostra rendono possibile una discussione
da diverse prospettive sui temi del colonialismo, del sessismo e del razzismo
inerenti alla storia europea e africana. Il riconoscimento dell'esemplarità della storia
di Sara Baartman sia per le identità europee che per quelle africane, riflette
l'importante intuizione per cui nella concezione postcoloniale del mondo, nessun@ rimane immune dal passato coloniale. Comunque, dopo il ritorno di Sara Baartman in Sudafrica,
rimangono molte domande e incertezze: l'eredità coloniale forse si sta affievolendo,
ma è ancora molto lontana dallo svanire....

A partire dalle foto raccolte nell'epoca del colonialismo italiano nel Corno d'Africa, fino ad arrivare alle immagini pubblicitarie diffuse in epoca fascista, analizzeremo il modo in cui il corpo femminile nero diventa una potente metafora per esprimere la relazione asimmetrica tra dominatore e dominato. L'affermazione dell'inferiorità razziale e sessuale delle donne di colore finisce infatti per fornire una metafora di genere che giustifichi la schiavitù e la colonizzazione. Attraverso l'analisi di questa costruzione durante il colonialismo italiano, cercheremo di
individuare il nesso che lega la commercializzazione del corpo femminile nero durante l'impero
coloniale, alle sue rappresentazioni stereotipate che persistono nella cultura visuale contemporanea.

Attraverso la loro musica, le loro liriche e le loro performance, alcune artiste contemporanee sono riuscite invece a riappropriarsi del proprio corpo e a rovesciare gli stereotipi razzisti e sessisti, affermando un'immagine in cui non sono più oggetti ma soggetti della propria autorappresentazione: senza più catene, senza più padroni.

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